Andare a cercar fortuna – CAPITOLO 2, L’IRRESISTIBILE ASCESA

di Andrea Bentivoglio “benty”
[Prologo, Cap.1]

Poco male, pensai ottimista: mi trovavo finalmente in Grecia ed ero pronto all’ingresso nel rutilante mondo del lavoro vero, c’era un’azienda che mi aspettava a braccia aperte dove avrei potuto mettere a frutto lunghi anni di noiosissimi studi.
Il proprietario/padre/padrone dell’Autoline si chiamava Kostas, come l’82% della popolazione maschile greca. Ma per tutti era Mr. Kostas. Era costui un omone panciuto dai modi scherzosi e dedito all’alcol, il che me lo avrebbe dovuto rendere molto simpatico. Costui mi aveva selezionato senza colloqui di nessun tipo, solo basandosi su un gonfiatissimo curriculum che avevo inviato mesi prima. Non appena arrivato mi nominò sul posto nientepopodimenoché marketing director.
All’inizio della prima giornata di lavoro Mr Kostas sottolineò l’importanza di tenere un intenso ritmo lavorativo, proprio di un’azienda giovane, ambiziosa e in piena espansione. A tal proposito mi indicò delle faccende di cui mi sarei dovuto occupare con assoluta urgenza, ovvero non prima della settimana successiva, forse (era lunedì mattina quando me lo disse. Questo spiega molte cose sull’economia greca).
Alla fine della prima giornata di lavoro mi era stata già promessa una triplicazione del misero stipendio, una postazione di lavoro da dirigente di supremo livello, un PC di ultima generazione con connessione ADSL (che in Grecia al tempo non era ancora arrivata), delle strapagate trasferte mensili all’estero, mesi di ferie da prendere a mio piacimento, un quasi immediato trasferimento in Italia a capo della futura filiale italiana, che avrei dovuto personalmente progettare e lanciare. Inoltre, se ricordo bene, si parlò di una Ferrari con autista, a cui ebbi il pudore di rinunciare con molto senso della misura, anche per sottolineare quanto avessi già a cuore i conti dell’azienda.
Purtroppo, però, per iniziare, avrei dovuto mostrarmi un po’ comprensivo: per il momento non erano ancora disponibili scrivanie libere e avrei dovuto sistemarmi su quelle che venivano lasciate vuote dagli altri dipendenti di volta in volta. Mi spiegarono che sarebbe stata una situazione temporanea, poiché la settimana successiva ci saremmo trasferiti al piano superiore, nei nuovissimi uffici. Allora ero ignaro del fatto che avrei sentito ripetere quest’ultima frase per due mesi consecutivi, tutti i giorni. Nel frattempo potevo approfittarne per fare delle istruttive escursioni presso il magazzino e cogliere l’occasione per familiarizzare con i prodotti, mi dissero. Tutto ciò sarebbe servito ad assimilare meglio l’attualissimo concetto di mobilità intraaziendale, mi dissi fiducioso.

(continua…)

[tragedie greche]

Informazioni su il Many

(marco manicardi)
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