di Emanuele Vannini “Van deer Gaz”
venerdì 13 novembre
Oggi è venerdì 13, e me ne fotto.
Non son superstizioso. Però la superstizione m’ha fatto del gran bene.
Quand’ero piccolo, in estate, i bimbi sani andavano a giocare al mare o a far danni mentre io “nelle ore pomeridiane del riposo e del silenzio” ero costretto a starmene in casa, in camera a leggere, perché non dovevo far rumore. Al di là del sottofondo di violini, bello leggere. Tutti quei fumetti, e soprattutto tutti i fumetti proibitimi da mio padre (su Linus c’era Crepax).
L’effetto collaterale era che ero sempre l’unico ottenne reperibile.
D’estate stiravano delle gran quantità di vecchietti per via per caldo, e se suonava il telefono alle 2, di sicuro era il prete e c’era da inumare un caro estinto; ero precettato come chierichetto, a sventolar incenso e star serio mentre in quel caldo vedevo gente triste e piangente. Sempre io, l’unico chierichetto reperibile per i funerali estivi.
Son tornato a leggere fumetti in pianta stabile quando mia nonna s’è accorta che i vecchietti, incontrandomi, si toccavano le palle.
Ahah. Beh, i chierichetti sono creature del demonio.
(Comunque son traumi, lo capisco. Dover partecipare a un funerale mentre c’è un fumetto da finire è roba vietata dalla Convenzione di Ginevra).